Uno dei Borghi più belli d'Italia

Ci troviamo nel territorio dell'Anglona, confinante con la Gallura e la Romangia. Lo scenografico centro storico, situato in posizione sopraelevata, è un insieme di vicoli bui e palazzi medievali che sembrano fondersi con la roccia grigia. La città fu fondata nel XII secolo come fortezza difensiva della famiglia genovese dei Doria. Chiamata Castel Genovese, fu teatro di numerosi scontri e nel 1326 cadde nelle mani degli spagnoli, che la ribattezzarono Castel Aragonese. Divenne Castelsardo solo nel 1767, sotto i piemontesi del casato dei Savoia. Castelsardo è stato inserito tra i borghi più belli d'Italia per saperne di più visita la pagina cliccando sul bottone in basso.
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Castello

Il Castello, di epoca medievale, domina dall’alto della collina il centro storico ed è il fulcro attorno al quale fu edificata la città originale. Costruito nel XII secolo dalla famiglia Doria e abitato per qualche tempo da Eleonora d’Arborea, offre una magnifica vista sul Golfo dell’Asinara fino alla Corsica. Al suo interno ospita il piccolo Museo dell’Intreccio del Mediterraneo, dedicato all’arte della lavorazione dei cestini che ha reso famosa Castelsardo.

Chiesa di Santa Maria

Subito dopo il Castello sorge la medievale Chiesa molto amata dagli abitanti del posto e venerata per il suo crocifisso del XIV secolo, uno dei dei più antichi della Sardegna, chiamato Lu Cristu nieddu (il Cristo nero) a causa del colore del legno di ginepro che ha assunto negli anni.

Cattedrale di Sant’Antonio Abate

Simbolo della città, esile campanile della concattedrale è sormontato da un cupolino maiolicato dai colori vivaci.

La cattedrale, che sorge su una terrazza panoramica, fu edificata originariamente in stile gotico, ma a seguito dei rimaneggiamenti del XVII secolo le furono aggiunti elementi rinascimentali e barocchi. All’interno, l’altare maggiore è sovrastato dalla Madonna in trono col Bambino, un dipinto del misterioso Maestro di Castelsardo. Altre opere di questo artista, si possono ammirare nella cripta del Museo Diocesano. Accessibile da una porta accanto all’altare, la cripta presenta una serie di piccole stanze scavate nella roccia: sono tutto ciò che resta della chiesa romanica che un tempo sorgeva in questo sito.

FONTEVECCHIA

Castelsardo conserva ancora la sua fonte vecchia. La realtà di vivere dentro un dipinto.

TORRE DI FRIGIANO – Porto Turistico

La torre si erge nei suoi tredici metri di altezza come avamposto difensivo nel porticciolo turistico di Frigiano, sotto la città di Castelsardo.

Costruita nella seconda metà del XVI secolo dagli Spagnoli, aveva funzioni di guardia delle calette sottostanti alla piazzaforte, a protezione delle incursioni dei Saraceni e dei Barbareschi che avevano devastato il territorio per tutta la prima metà del cinquecento. Fu successivamente dismessa dai Piemontesi, perché considerata di poco valore per la città.

Necropoli, Chiese e Abbazie nei dintorni di Castelsardo

La Roccia dell'Elefante
Da Castelsardo, la SS134 per Sedini conduce ad una bizzarra formazione rocciosa che ricorda un elefante con tanto di proboscide. Incredibile ma vero, questa roccia è stata plasmata, nel corso del tempo, dagli elementi atmosferici. Al suo interno, sono racchiuse due tombe neolitiche (note come domus de janas, ovvero casa delle fate): la tomba superiore è stata parzialmente distrutta dall'erosione, mentre quella inferiore, in buone condizioni, custodisce quattro piccole camere e un'incisione rupestre raffigurante le corna e la testa di un toro.

A Condrogianos, l’Abbazia romanica della Santissima Trinità di Saccargia, la Chiesa di Nostra Signora di Tergu, la Chiesa di San Pietro delle Immagini a Bulzi, la Necropoli di Su Murrone a Chiaramonti e il suo Castello dei Doria, il Castello dei Malaspina a Osilo, la Domus de Janas a Sedini, il Pozzo Sacro di Predio Canopoli a Perfugas, la Chiesa romanico-pisana di San Michele di Salvenero a Ploaghe.

In questo territorio scorre il Fiume Coghinas che per un lungo tratto costituisce il confine naturale tra la Gallura e l’Anglona. Uno sbarramento in prossimità di Su Muzzone ha creato il Lago Coghinas, il secondo invaso artificiale della Sardegna; il fiume alimenta inoltre il Lago di Casteldoria, bacino artificiale creato nel 1926 a scopo idroelettrico.

Il termine Coghinas in Logudorese significa “cucina” e deriva dalle presenza di sorgenti d’acqua calda che all’altezza di Santa Maria Coghinas sgorgano dando vita ad un complesso termale conosciuto già in epoca romana: le Terme di Casteldoria. Alle pendici cella Torre dei Doria, incastonate nel verde di una natura incontaminata, caratterizzata da un incontro di elementi di naturali eccezionale: fonti termali, fiume, montagna, lago e mare. Frequentate dai Fenici, dai Greci e dai Romani e da sempre apprezzate dalle popolazioni dei comuni limitrofi, oggi le Terme, aperte tutto l’anno, offrono trattamenti e cure di altissima qualità grazie all’Acqua di Salute di Casteldoria, acqua termale salsobromoiodica che sgorga dalla sorgente alla temperatura di 76°C, ideale per fanghi, bagni, docce, inalazioni termali, irrigazioni, idropinoterapia, bagni di vapore, idromassaggi e saune termali. Gran parte delle cure convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. Centro di Medicina Termale e Riabilitativa, le Terme di Casteldoria sono organizzate in due strutture differenti, dislocate sulle rive opposte del Fiume Coghinas: le Terme di Casteldoria in e le Piscine Termali di Casteldoria, in Comune di Viddalba.

Nelle immediate vicinanze veri miracoli della Natura: il salto d’acqua della Pilchina di Li Caaddaggi a Sedini, una cascata stagionale racchiusa all’interno di un paesaggio unico. Importanti sono i rilievi del Monte Ruju, massiccio granitico dal colore rosato e la profonda gola di Badde Traes a Martis dove è inoltre possibile ammirare la cascata di Triulintas, che un tempo alimentava un mulino; poco distante si trova la Foresta pietrificata di Martis, una foresta fossile dall’aria sacra e immobile.

Ben rappresentativo del territorio dell’altopiano di Tanta Manna a Laerru, ricco di macchia mediterranea, con querce, lecci,lentischi, corbezzoli, roverelle, mandorli e cisti. Sul territorio si possono inoltre osservare molti esemplari di fauna selvatica sarda come volpi, cinghiali, lepri, martore, pernici, il falco pellegrino, aironi e folaghe. E’ inoltre presente un importante vegetazione fluviale fatta di canneti, giunchi, larici, tife, tamerici e salici.

Da visitare assolutamente Alghero, Grotte di Nettuno, Parco Nazionale di Porto Conte.

Per gli ospiti che vorrano scoprire i tesori più antichi della magica Sardegna, consigliamo una visita al “Museo Giovanni Marongiu” di Cabras che vanta un prezioso museo archeologico contenente, tra l’altro, i “Giganti di Mont’e Prama“. Si rimane senza fiato anell’ammirare i guerrieri, i pugilatori e gli arcieri, potenti simboli della civiltà sarda risalenti all’anno 750 a.C. Il loro pieno significato rimane ancora oggi avvolto nel mistero.

LA CULTURA DEL CIBO REGIONALE

Sia che si decida di mangiare all’aperto, in una delle tante aree attrezzate, in agriturismo o in ristorante, si potranno gustare prodotti genuini e vivere esperienze indimenticabili.

Tutto il territorio è un alternarsi di pianure e basse colline ricche di pascoli erbosi, vigneti, colture pregiate (carciofi) orti estivi. Diversi caseifici costituiti da cooperative di allevatori o da singoli proprietari producono ottimi tipi di pecorino sardo, pecorino romano, perette, ricotta e diversi tipi di formaggio a basso contenuto di grassi.

La vite, coltivata in Sardegna fin dal periodo prenuragico continua ad essere presente in questo territorio, che è ricco di vigneti destinati in parte ad uso famigliare e in quantità maggiori ad aziende vitivinicole che producono vini per diverse cantine. Si produce il “Cannonau“, il “Vermentino” e il “Moscato“. E’ riconosciuto a questi vini, prodotti in prossimità del mare, proprietà organolettiche detox, grazie allo iodio assorbito dalle uve.

Valorizzando il 2018, “Anno del Cibo” (per maggiori info clicca qui)